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La sinossi lo rende molto simile a un Hunger Game, dotato però di tutte le principali caratteristiche dell’animazione giapponese. Abbiamo dunque un gruppo di dodici persone, ognuna delle quali rappresenta un segno zodiacale cinese, costrette a sfidarsi in un violento survival ogni dodici anni.
In questa occasione il Juuni Taisen si svolge in città (magicamente svuotata di tutti i suoi abitanti), e i partecipanti devono provvedere a eliminarsi a vicenda finché ne resterà soltanto uno, auguratamente entro il tempo limite concesso loro dal blocco di veleno che hanno dovuto ingoiare prima dell’inizio dei giochi.

“Fingemmo di proposito di non vedere le emozioni che provammo quella volta. Se avessimo continuato a mentire, quella sarebbe diventata la realtà, perché oltre quell’amore che decidemmo di ignorare c’era qualcosa che volevamo proteggere.”
In onda dal luglio di quest’anno e conclusosi ieri, Koi to Uso (恋と嘘) – o Love and Lies – è la trasposizione animata (regia: Takuno Seiki; studio: Liden Films) dell’omonimo manga, concepito da Musawo Tsugumi e pubblicato da Kodansha.
Lo svolgimento è molto più semplice di quanto si potrebbe pensare leggendo la sinossi, ma offre comunque un ampio ventaglio di punti di vista che, insieme alle ambiguità più o meno rilevanti dei personaggi, rende il tutto più interessante.

Restiamo comunque nell’universo di Love Live School idol festival (ラブライブ!スクールアイドルフェスティバル), in quanto anche questa figure, come molte altre già rilasciate o in preordine, deriva da una carta della popolare app per cellulare.
Ho preordinato questa figure a novembre, ma l’attesa è stata più lunga del previsto, in quanto si trova al sicuro nella mia piccola e adorata bacheca soltanto dall’altro ieri.
Ebbene sì, perché Umi Yukata (o Umi versione settembre, per i più pignoli) doveva essere rilasciata da casa Alter a febbraio, poi rimandata a marzo, aprile e così via fino ad agosto, quando è stata finalmente spedita ai poveretti che come me avevano piazzato il preorder già negli ultimi mesi dello scorso anno (pensare che avevo citato questa figure addirittura nell’articolo dedicato a Nozomi China, risalente al mese di ottobre).

“La cosa più spaventosa dell’uccidere le persone è abituarsi a farlo.”
L’adattamento animato è stato accolto tiepidamente dalla critica, in quanto gran parte dei recensori concordava sul fatto di un buon concept danneggiato da elementi piuttosto stereotipati e perciò non molto originali; nonostante questo, Black Bullet ha ricevuto davvero poche bocciature senza possibilità di appello, ma ciò non sembrerebbe essere servito a convincere l’autore a procedere con la light novel, tristemente ferma dal 2014.

Galeotto fu il Torino Comics, dove ho potuto osservare da vicino questa Nozomi, constatando che – colori carnevaleschi a parte – è davvero molto bella. Inoltre, a pensarci bene, ha un valore aggiunto: la carica significativa e affettiva che potrebbe rappresentare per i più appassionati, in quanto nell’unico film della serie (Love Live! The School Idol Movie) Sunny Day Song è la canzone di tutte le idol.