Recensione Guilty Crown

“Puoi diventare me quando lo desideri.
Proprio come io sono diventato te.”

0-Copia-960x180

Guilty Crown (ギルティクラウン) è un anime di azione, mecha e fantascientifico prodotto dallo studio Production I.G., andato in onda fra il 2011 e il 2012 e solo successivamente adattato a manga e light novel.
Sì, ha avuto così tanto successo da essere stato trasposto in versione cartacea poco dopo il suo debutto televisivo, pensate!
Acclamato in particolare per la grafica e per le musiche, Guilty Crown è un anime che ha appassionato moltissimi spettatori, suscitando – al contrario – una forte delusione in quella fetta di pubblico un po’ più esigente, che oltre a un buon comparto audiovisivo vorrebbe pure un contenuto decente e comprensibile.
Indovinate? Faccio parte dei delusi, e per essere sinceri ho da ridire anche sulla grafica e sulle soundtrack (giù i forconi, ragazzi! Vedrete che alla fine non sarò troppo cattiva, promesso!)

Iniziamo proprio dalla grafica, che effettivamente utilizza piacevoli combinazioni di colore, è molto pulita e potrebbe considerarsi il punto di forza di questo anime (il che non è molto lusinghiero, a pensarci bene, dal momento che senza un buon contenuto anche un’opera perfetta dal punto di vista tecnico diviene scadente).
Onestamente, però, in alcuni punti (soprattutto quelli a immagine ferma, in particolare riguardanti il protagonista) ho notato una sorta di cambio stilistico che rendeva le immagini non così pulite e che personalmente mi ha disturbato molto.
E le musiche? Ben realizzate (Bios e Hill of Sorrow su tutte) e molto varie, su questo non ci sono dubbi, ma il loro inserimento sembra quasi sempre casuale. Soprattutto nella prima parte, ci sono scene di azione condite da soundtrack che non hanno proprio nulla di “epico”, e scene abbastanza patetiche con sottofondo musicale elaborato, forse nella speranza di farle apparire migliori di quello che sono in realtà.
Ma qual è la trama di questo anime? Ho già speso troppe righe per lamentarmi senza spiegarvi la sinossi, quindi eccola qui, raccontata nel modo più semplice possibile (perché se deciderete di guardare questo anime con l’intenzione di capirci qualcosa, credetemi, prima avrete bisogno di una chiara delucidazione).

Tokyo, 2039. Ouma Shu è un indolente studente delle superiori sopravvissuto al “Lost Christmas” del 2029, il giorno in cui il Virus Apocalypse uccise moltissimi dei suoi connazionali (per come ci viene presentato, il passato del protagonista sembra lo stesso di Ganta Igarashi di Deadman Wonderland, quindi già si pecca di originalità).
L’organizzazione internazionale GHQ ristabilì l’ordine in Giappone, che ne divenne dipendente. Ovviamente l’amministrazione della GHQ è ingiusta e dittatoriale, per cui trova l’opposizione di un gruppo di terroristi/ribelli chiamati “Funeral Parlor”.
Un bel giorno, Shu incontra Inori, cantante del gruppo Egoist e membro dei Funeral Parlor. Questa viene poi rapita da alcuni membri della GHQ, lasciando una fiala a Shu. Shu decide di andare a salvarla, ritrovandosi coinvolto in uno scontro tra Funeral Parlor e GHQ.
Quando la fialetta verrà rotta da un proiettile, salvando la vita a Shu, questo acquisirà il Potere del Re, cioè la facoltà di estrarre i Void dalle persone (i Void sono i cuori delle persone, una sorta di riflesso dei loro sentimenti, quindi oggetti vari o armi).
Presentata così la trama non sembra neanche malaccio, ma ci sono molti elementi che secondo me la rovinano.
Passerò ad un elenco più o meno dettagliato, per facilitarmi le cose:

  1. i terroristi se ne stanno serenamente a volto scoperto, tutti (e comunque nessuno li riconosce mai… ed è ridicolo che persone in vista come Inori possano mostrare il loro volto sia nei video musicali sia durante gli attacchi terroristici senza conseguenze concrete);

  2. dopo aver acquisito la capacità di estrarre i Void, Shu rifiuta di unirsi ai Funeral Parlor. Questo avrebbe potuto rendere la trama un pochino più interessante e meno scontata, ma gli autori hanno deciso di banalizzarla il doppio facendo sì che Inori diventasse una sua compagna di classe, così da poter avvicinare fin da subito i due protagonisti attraverso tale forzatura;

  3. nella prima decina di episodi è tutto molto confusionario, a stento si riesce a seguire la trama perché di fatto non vengono date molte spiegazioni riguardo al Lost Christmas, al Virus Apocalypse e agli stessi Void. In generale c’è molta carne al fuoco ma pochi approfondimenti, e alcune spiegazioni le abbiamo soltanto negli ultimi episodi;

  4. il personaggio di Inori, una bambolina senza personalità che o canta o – con la sua vocina atona – ripete “Shu” almeno dieci volte al minuto, facendo venire il latte alle ginocchia agli spettatori (ma sicuramente piacerà a quelli che hanno come waifu personaggi “meravigliosi” come Asuna di SAO); brilla – per così dire – soltanto negli ultimi episodi, ma la sua è una luce davvero fioca;

  5. “Per estrarre un Void serve il contatto visivo” (ma Shu estrarrà i Void pure senza contatto visivo. Perché impostare delle condizioni se poi non si rispettano? O se non vengono date spiegazioni per cui non sono state rispettate?);

  6. la demenza generale che dilaga nelle ragazze, che si strusciano contro Shu per un po’ di fanservice e poi, quando questo arrossisce, lo picchiano/lo sgridano/gli danno del pervertito;

  7. personaggi che muoiono (non ditemi che è spoiler perché è scontato che in un anime simile qualcuno ci tiri le cuoia) senza onore, con una facilità tale che risolvere un’operazione come due più due è già cosa più ardua;

  8. episodi o scene inutili, tanto per allungare il brodo;

  9. madri che pur avendo ospiti restano in mutande e si comportano in modo molto ambiguo con il figlio (bassezze che mai avrei voluto fossero messe in scena da uno studio che ha prodotto molte opere che amo);

  10. non c’è pathos;

  11. sostanzialmente è Beautiful versione mecha;

  12. visto che il trash non era abbastanza, c’è pure un po’ di incesto.

L’anime si aggiusta un po’ nella seconda parte, quando Shu e i suoi compagni di scuola si ritrovano isolati in un’area di quarantena, a questo punto si viene a creare uno scenario simile a un’arena gestita da un regime dispotico, per cui si introducono argomenti come lo spirito di sopravvivenza e la discriminazione e la violenza derivanti dalla paura (ma purtroppo è questione di pochi episodi perché si torni allo scenario confusionario della prima parte).
I personaggi non brillano per introspezione psicologica, eccezion fatta per Shu, che però è davvero molto instabile (instabile a tal punto da esasperare), il che può alterare le facoltà empatiche dello spettatore, rendendogli difficile entrare in sintonia con il protagonista. Di alcuni, come Daryl, si cerca di far capire qualcosa, ma le scene in cui il personaggio è vulnerabile sono così poco sensate all’interno della trama, rare e brevi che alla fine indispettiscono lo spettatore e non lo aiutano certo a prenderlo in simpatia.
Soggettivamente Guilty Crown mi ha deluso molto, forse anche perché io stessa avevo delle aspettative piuttosto alte. Tuttavia, riconosco che ci sono pure dei lati positivi, come – nella maggior parte dei casi – il comparto grafico e alcuni personaggi (personalmente mi hanno colpito Ayase e Hare, con ulteriore menzione d’onore per Gai). Avrei appoggiato volentieri la filosofia del juste milieu, ma farei un torto ad altri anime che un voto intermedio lo meritano per davvero.
Si ha l’impressione che i creatori di
Guilty Crown abbiano gettato le premesse per un anime ricco di pretese e che le cose siano sfuggite subito di mano, come se loro stessi – non sapendo cosa farne di determinati elementi dell’opera – abbiano poi deciso di introdurre scene e svolte di trama molto casuali nella speranza che Inori, il teen drama e il comparto audiovisivo bastassero a salvarli. Ebbene, tale espediente ha sicuramente annichilito lo spirito critico dei meno pretenziosi, ma di certo non mio.

0-Copia-960x180-Copia
Voto complessivo: ★★★★☆☆☆☆☆☆

Pubblicato da nerdaholictxt

Nata a Genova nel 1994, sopravvissuta fino ad ora (nessuno sa come) e adesso linguista prossima alla laurea. Non ho ancora combinato nulla di buono in ventidue anni, ma sogno un futuro da scrittrice. Per ora guardo anime, qualche serie TV e costruisco altarini celebrativi dei miei personaggi preferiti. Debolezze: dolci e coniglietti.

2 Risposte a “Recensione Guilty Crown”

  1. Condivido in larga parte la recensione di questo anime. Anche il voto (4) è identico a quello che ho attribuito personalmente.
    Io ho apprezzato moderatamente grafica e sonoro(su tutte Genesis e Kekkon ichigi)),anche se è logico fossero di buon livello a causa dell’alto budget stanziato per produrre questo anime.
    Le mie critiche,feroci,si rivolgono sopratutto a storia e personaggi,nonché al fanservice. L’anime fa il verso,neanche tanto velatamente,a Evangelion e ciò lo si denota innanzitutto dalla caratterizzazione del protagonista Shu e dell’amichetta Inori. Non ricordano qualcuno?Shinji Ikari e Rei Ayanami?Certo che si,come se non bastasse,nel rapportarsi,questi due,utilizzano scene pari pari a quelle celebri presenti in NGE. Specifico che Evangelion è il mio anime preferito,perciò potrebbe apparire paradossale che io critichi questo Guilty Crown con la motivazione di avere elementi similari (uso un eufemismo) con NGE. In realtà il mio ragionamento è coerente,dal momento che questo anime è soltanto una mera scopiazzatura mal riuscita della profondità umana e della psicologia che ha reso tanto famoso l’anime di Hideaki Anno. Infatti qui niente ha senso,non capiamo perché accade un evento,perché il personaggio si evolve in quel modo,perché proprio in quel momento e così via.
    I primi 11 episodi,comunque,proseguono tra alti e bassi,tuttavia il 12 episodio lo ricorderò per sempre come uno degli episodi maggiormente no sense visti nella mia vita. Assolutamente campato per aria e grottesco. Sia chiaro che non mi scandalizzo per un accenno di incesto, anzi forse può aggiungere un poco di varietà alla storia nel caso venga spiegato in forma adeguata. Invece questo non avviene in Guilty Crown. Il personaggio di Mana,in effetti, è semplicemente qualcosa di immotivato, che non dovrebbe esistere e non mi capacito del ruolo che avrà nella seconda parte della serie. .Qui sarà ridicola,ad es. cito(spoiler) il momento in cui progetta di concepire un bambino col futuro Shu,nel frattempo dentro la pancia della madre,con uno sguardo misto tra inquietudine(la mia) e incredulità. In pratica la storia si basa su un tentato rapporto incestuoso…
    Vabbè,poi come non citare il balletto pretenzioso nell’ultimo episodio?Anche qui vedo un richiamo a NGE,richiamo sciocco e lontanissimo dall’avere lo stesso effetto che aveva l’apocalisse lì. A proposito di Apocalisse, in questo anime si punta pura su riferimenti biblici(genesi,Adamo ed Eva) cn risultati anche qui,come non detto,scarsi. E che dire poi dei comprimari? Uno più inutile dell’altro,a partire dalla caratterizzazione dei personaggi femminili. Tutto materiale fanservice perlopiù,nient’altro e questo è un grande spreco. Guilty crown dovrebbe imparare da anime quali Code Geass,il quale è riuscito a coniugare efficacemente fan service con una buona introspezione.
    E che scrivere delle dolce Inori?Un contenitore vuoto,parla poco e non traspare in lei,come invece doveva essere veicolato,alcun conflitto interiore.Scene confuse e forzate non implicano un approfondimento psicologico.
    Per concludere un piccolo cenno alla madre(in realtà matrigna) di Shu,ossia il protagonista: la scena dell’episodio 7,mi pare,nella quale i due si stuzzicano è abbastanza inuqietante nonchè fuori contesto(come molte altre). Non se ne capisce il senso,a parte attrarre amanti del genere.
    Nel complesso questo anime lo reputo una occasione persa,dall’ottimo potenziale,perso strada facendo per via di diversi motivi,alcuni elencati,altri impliciti guardando l’opera,che rovinano la visione.

    1. Approvo in pieno il tuo commento, ogni singola parola.
      Ammetto di non aver visto Evangelion, ma apprezzo davvero tantissimo che tu ne abbia parlato in questo commento. Il tuo commento ha reso la mia visione di Guilty Crown ancora più ampia e mi ha permesso di ricavare interessanti informazioni aggiuntive su questo anime e su parte della sua origine (oltre ad arricchire la mia recensione e in generale il mio blog).
      Mi trovo d’accordo anche sul fatto di Inori. Sì, è un contenitore, ma acquisisce a poco a poco dei sentimenti… se questa trasformazione l’avessero resa con più accuratezza sul piano psicologico (inserendo anche il conflitto interiore come hai detto tu), già la visione mi sarebbe risultata molto più piacevole.
      Si tratta sicuramente di un’occasione sprecata, ben lontana da anime come Code Geass (questo l’ho visto, anche se parecchio tempo fa!) e sicuramente Evangelion.
      Grazie ancora!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *